‘Amare l’Amore’ di Mercadante e Michelone coppia d’autori
di Massimo Iaretti
Passerà forse negli annali della cronaca o della storia delle iniziative culturali a Vercelli, la
presentazione del libro Amare l’amore (edizioni Melville di Siena) che l’autore Guido Michelone
ha condiviso assieme all’amico scrittore Gianluca Mercadante, anch’egli fresco di pubblicazione
grazie al romanzo “Il bambino che amava Chaplin” (Book Tribu di Bologna).Si è dunque trattato di
un pomeriggio memorabile presso la giovane Libreria Sant’Andrea, posta a lato dell’omonima
Basilica, che da anni offre incontri, dibattiti, letture di alto valore artistico-intellettuale, come non
accade in nessun altra realtà locale con l’impegno e il metodo profusi. Quello tra Michelone e
Mercadante è stato un incontro fra amici, già sperimentato nel febbraio scorso a Santhià: la
presentazione si è trasformata in un ‘autentica performance con diversi reading quasi in forma
teatrale, impostati soprattutto sui capitoli più comici e divertenti, che non a caso hanno suscitato
sorpresa, ilarità, divertimento da parte del pubblico.
“Amare l’amore” è un libro che nasce dal fatto che l’Autora avevo pubblicato, in questi
ultimissimi anni, racconti già usciti su giornali, riviste, antologie, ma che meritano di stare tutti
assieme, con moltissimi altri inediti, ancora scritti a penna o a matita, che giacevano in un paio di
cartelline. I capitoli del libro devono quindi letti e concepiti quale unicum, cioè una stessa opera,
che è nuova, integra, omogenea: oltretutto dal punto di partenza alla consegna del dattiloscritto
all’editore, stimolato forse se dall’idea di farne un libro, Michelone ne ha aggiunti altri, scritti
appositamente.
Il libro in 69 episodi ha come tema o soggetto l’amore, declinato in ogni maniera possibile e
immaginabile. Sono episodi tra loro diversissimi anche per lunghezza o brevità, ma in tutti compare
appunto l’amore via via materializzandosi in desiderio, nostalgia, sentimento, ricordo, sesso,
erotismo, sensualità, pornografia, scherzo, inganno, da parte di giovani, adulti, anziani, uomini,
donne, persone via via ricche, povere, famose, sfortunate, credenti, atee, politicamente coinvolte o
lontane da fedi e ideologie. C’è di tutto o quasi.
Michelone nelle opere letterarie (e in parte anche saggistiche) registri espressivi assai eterogenei,
dal lessico alla grammatica, dalla frase alla parola, dal costrutto sintattico all’intero edificio verbale-
comunicativo. Per lui è una cosa normale o naturale: non riesce a fare narrativa mainstream o
letteratura popolare di genere o d’autore. Si è quindi forgiato questa scrittura assorbendo, più o
meno direttamente, molti esempi culturali del Novecento e, forse ancor più inconsciamente anche di
un passato remoto. Egli comunque ama tutte le arti da fine Ottocento a oggi, alcune le ha studiate e
insegnate più di altre, ragion per cui nella sua prosa non c’è solo con minor o maggior
consapevolezza il ricordo di romanzi, racconti e poesie, ma anche di film, canzoni, quadri, sculture,
fumetti, spot pubblicitari, spettacoli teatrali e televisivi e molto altro ancora.




